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Tra Cinque e Settecento, i libri non erano fatti di sole parole: erano disseminati di immagini che, fin dal frontespizio o dall'antiporta, estendevano le forme della comunicazione. Ciò era funzionale a rendere esplicita una dimensione più chiara, intima e "veritiera" dei contenuti attraverso la forza d'impatto, insieme allusiva e didattica, dell'immagine. I mondi che questi frontespizi e antiporte riescono a dischiudere sono innumerevoli e appartengono alle più diverse tipologie di libri, dai più celebri ai meno noti. Passando dunque in rassegna alcune di queste immagini, il volume delinea le trasformazioni che percorrono trasversalmente la scienza dei documenti e quella dei monumenti, le idee fondanti sulla società e sulla politica, il primo affermarsi dell'idea di progresso, e soprattutto il lento tramontare di un'idea antica di storia strettamente legata alla Sacra Scrittura. Prefazione di Francesca Cantù.